Storia di Marcella che fu Marcello (Italian Edition) by Berlinguer Bianca

Storia di Marcella che fu Marcello (Italian Edition) by Berlinguer Bianca

autore:Berlinguer, Bianca [Berlinguer, Bianca]
La lingua: ita
Format: azw3
editore: La nave di Teseo +
pubblicato: 2019-10-02T16:00:00+00:00


La strada

Arrivata a Bologna, non riuscii a trovare lavoro, una delle esperienze più mortificanti che ti possano capitare. Al supermercato Pam c’è una trans che fa la cassiera ma è una cosa molto rara. Se devi avere a che fare con il pubblico e sei una trans, è un problema perché chi potrebbe assumerti ha paura e non vuole rischiare.

Non sapevo come fare a campare, così il passaggio alla prostituzione fu quasi inevitabile. Certo, all’inizio mi vergognavo un po’, ero inesperta e non più giovanissima, avevo quarantacinque anni. A Roma avevo conosciuto la vita da marciapiede, ma non mi ero mai prostituita anche se alcune amiche lo facevano, e quel mondo mi incuriosiva. Poi, a Bologna, da sola, senza relazioni e senza alcuna prospettiva economica, la strada mi apparve come la sola soluzione, in qualche modo una scelta obbligata.

E intanto continuavo a vedermi con un militare di cui poi ti racconterò e ad avere altre storielle. Era tutto gestito da me, senza un protettore e, se si avvicinava qualcuno che voleva farmi da magnaccia, gli davo un fugone di quelli... Allora avevo già iniziato a fare politica, conoscevo le leggi e sapevo come districarmi nelle situazioni di difficoltà.

Per le trans di solito funziona, o almeno funzionava così: la prostituzione è libera e autogestita e solo le sudamericane hanno chi le sfrutta. Cominciai a frequentare subito le trans di Bologna, e nonostante non fossi più di primo pelo lavoricchiavo abbastanza bene. Il marciapiede mi consentiva di gestire la mia vita in piena libertà, di dedicarmi a tante cose che se avessi lavorato in un negozio non avrei avuto il tempo di fare. Se non ci fossero stati quegli anni, non sarebbe nata neanche la Marcella politica.

Perché ho smesso di battere? Perché non c’era più nessuno disposto a pagarmi, altrimenti sarei ancora lì a fare marchette. In dieci minuti guadagnavo quanto una persona normale racimola in uno o due giorni. Era denaro facile e, anche dal punto di vista morale, non ci trovavo niente di male. Come diceva il questore di Roma Umberto Improta: “Le prostitute sono il pronto soccorso del sesso.” Se non ci fossero, pensa a quanti maniaci a piede libero ci sarebbero e quanti casini in più avremmo. Certo, ho avuto anche i miei problemi, come quella volta che si ferma una macchina e mi sento dire: “Facci vedere come sei fatta.” Io mi avvicino, apro lo spolverino e... splash... mi arriva una secchiata d’acqua.

Erano cose all’ordine del giorno, quelle, ma c’erano anche delle belle soddisfazioni. Una sera me ne vado in Fiera, mi ero stufata di stare sui viali e avevo deciso di farmi le sette chiese, cioè tutti i luoghi in cui si ritrovano le trans.

Arrivo nello spiazzo di un distributore di benzina, da una di quelle bellissime che si chiamava Virna e che faceva soldi a palate, una fila di macchine ad aspettare. A un certo punto spunta una motrice di tir guidata da un biondo pazzesco con un fisico e dei pettorali da togliere il fiato.



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